Chiunque abiti a Modena e dintorni ricorderà l’Officina Meccanica Stanguellini stretta tra via Moreali e via Schedoni, costruita nel 1912 su volere di Francesco Stanguellini, seguita poi da ulteriori ampliamenti nel 1926 e 1949.
Un vero e proprio complesso produttivo con tanto di magazzini, uffici e abitazioni, che ha visto la nascita di uno dei brand automobilistici che hanno segnato la storia della Terra dei Motori, passando da essere il primo concessionario modenese delle vetture Fiat, a costruire i propri modelli con soluzioni tecniche innovative protagonisti di varie competizioni sportive.
Ma oltre a essere parte della storia dell’Emilia-Romagna, non stupisce che l’Officina di via Schedoni – così conosciuta dai più – sia anche considerata un bene di interesse culturale per la città, tanto che i nuovi edifici residenziali che hanno preso il posto di parte del complesso hanno dovuto seguire rigide regole costruttive nel pieno rispetto dell’architettura razionalista originale.
Un progetto integrato
Frutto di un attento progetto, fin dalla sua costruzione l’Officina si adeguava perfettamente alle caratteristiche del contesto urbano in cui sorgeva. Anche i successivi ampliamenti – il primo disegnato da Cesare Manicardi, il secondo a cura di Alessandro Mundici – hanno dovuto rispettare, infatti, l’assetto originale della struttura, integrandosi in maniera armoniosa nel quartiere.
A dare in benvenuto nello stabilimento e simbolo dell’iconica Officina, l’iconica insegna “Fiat” in muratura che occupava due piani dell’edificio disegnata dall’artista modenese Mario Molinari, lo stesso autore del marchio Stanguellini, che tutti avranno a mente. Una sorta di “manifesto”, posizionato in modo strategico per essere ammirato ovunque grazie al suo colore rosso vivace sullo sfondo del calcestruzzo.
Un edificio che ha segnato la storia di una città e del mondo automobilistico, e che ancora oggi viene ricordato con nostalgia.